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Snow Leopard / Vivants / Znam Kako Dišeš (I know your soul)

IN QUESTA PAGINA

  • Snow Leopard di Pema Tseden
  • Vivants di Alix Delaporte
  • Znam Kako Dišeš (I know your soul) di Alen DrljevićNermin Hamzagić

SNOW LEOPARD

Fuori concorso

Xue bao, Cina, 2023. Regia Pema Tseden. Con Jinpa, Xiong Ziqi, Tseten Tashi, Losang Choepel, Genden Phuntsok, Kunde, Dang Haoyu, Jikba, Gatu Tashi, Dechen Yangdzom, Chungchen. Durata 1h e 49’.

«Il popolo tibetano crede nella morte della carne e nella continuazione dell’anima. Quando la fede buddista si scontra con la realtà della società moderna, ci si trova a dover fare una scelta». Così diceva Pema Tseden ai tempi in cui, alla sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia nel 2019, veniva presentato in concorso il suo lungometraggio Balloon (Qiqiu). E la cultura tibetana pervade l’intera filmografia del regista, senza escludere certo Snow Leopard (Xue bao), il suo lungometraggio Fuori concorso al Lido quest’anno. Il cineasta (anche sceneggiatore, produttore e scrittore) purtroppo ci ha lasciato l’8 maggio scorso a 53 anni, ma anche senza credere nell’immortalità dell’anima possiamo affermare che una parte di lui continuerà a vivere nella poesia delle opere che ha realizzato. In quest’ultima, si parla del rapporto tra uomini e animali, un tema già toccato da Pema (pensiamo alla pecora investita dal camionista di Jinpa, Miglior sceneggiatura a Orizzonti 2018). Stavolta, un pastore nomade e un figlio discutono sul destino di un leopardo delle nevi, penetrato nel recinto delle loro pecore uccidendone nove. Il genitore vorrebbe allontanare e lasciare libero l’animale, l’altro vorrebbe ucciderlo. Comunque andrà a finire la vicenda, Snow Leopard non sarà l’ultimo lavoro che vedremo di Pema Tseden: prima di morire, infatti, il regista ha fatto in tempo a girare un nuovo film, montato dai suoi collaboratori. E andrebbe riscoperta tutta la produzione di un autore che è riuscito a far sentire la sua voce nel mondo malgrado i rapporti non sempre facili con le autorità del proprio Paese, la Cina: nel 2016 (anno in cui il suo Tharlo concorse a Venezia per il Leone d’oro), Pema fu arrestato all’aeroporto di Xining (l’accusa era di “disturbo alla quiete pubblica”) e dovette essere ricoverato in ospedale in seguito alle percosse subite.

Di Emanuele Bucci

 


VIVANTS

Fuori Concorso

Francia, Belgio, 2023 Regia Alix Delaporte Interpreti Alice Isaaz, Roschdy Zem, Vincent Elbaz, Pascale Arbillot, Pierre Lottin, Jean-Charles Clichet Durata 86’

È un omaggio al suo primo lavoro, quello della fotoreporter, il Vivants della francese Alix Delaporte, selezionato tra i fuori concorso di questo Venezia 80. Prima di trovare vocazione come regista e sceneggiatrice, infatti, Delaporte ha lavorato come reporter e cameraman presso l’agenzia CAPA, per la quale ha collaborato a diversi programmi televisivi. Da quest’esperienza lavorativa ha preso spunto per dirigere una storia, Vivants, ambientata nel medesimo mondo, nel quale troviamo la protagonista Gabrielle cercare di emergere all’interno di un prestigioso network dell’informazione. In assenza di un’adeguata formazione, Gabrielle deve dimostrare di essere all’altezza e trovare il proprio posto all’interno di un gruppo di inviati speciali di grande esperienza. Nel vivo dell’azione, imparerà il linguaggio e il codice dei reporter, sempre appassionati, spesso divertenti e talvolta segnati dalla vita e dalla loro professione. “Al pari dei miei personaggi, ho esordito nel ruolo di fotoreporter, filmando la vita mentre scorre e affidandomi all’istinto per cavalcarne l’imprevedibile flusso” ha raccontato la regista, spiegando come la “priorità assoluta fosse quella di ricreare rapidità d’azione per catturare il groviglio di emozioni rarefatte e di legami umani amplificati che si creano sul campo”.

Una vivacità che contraddistingue anche la filmografia di Delaporte, nella quale compaiono opere di diverso genere e diverso metraggio. Questa non è la sua prima apparizione a Venezia: nel 2006 ha vinto il Leone d’Oro al miglior cortometraggio con Comment on freine dans una descente? mentre nel 2014 il film Le Dernier Coup de marteau – presentato in Concorso – è valso il premio Marcello Mastroianni  al giovane attore Romain Paul.

Claudia Giampaolo


ZNAM KAKO DIŠEŠ (I KNOW YOUR SOUL)

Diretto da Alen DRLJEVIĆ, NERMIN HAMZAGIC Durata 87 min

E’ di genere poliziesco Znam Kako Dišeš (I know your soul), la serie fuori concorso, creata da Jasmila Zbanic e Damir Ibrahimovic, diretta da Alen Drljević e Nermin Hamzagic, con Jasna Đuričić, Lazar Dragojević, Ermin Bravo, Mirvad Kurić, Emir Hadžihafizbegović, Selma Alispahić, Boris Isaković, Jasna Žalica, Kemal Rizvanović, Jelena Kordić, Tanja Šojić, Boris Ler, Faketa Salihbegović Avdagić, Izudin Bajrović, Lana Stanišić, Dino Bajrović. Nei sei episodi una hostess di Sarajevo segue il caso di un ragazzo che si è suicidato e allo stesso tempo si trova ad affrontare una serie di problemi che si diffondono per le strade. A interessare Jasmila Zbanić è da sempre la popolazione della Bosnia-Erzegovina, protagonista dei suoi numerosi film, tra cui Quo vadis, Aida? con cui era già stata a Venezia. La regista e sceneggiatrice, nata a Sarajevo, non fa segreto di voler utilizzare il cinema per esplorare problemi e questioni relative alla sua vita, sforzandosi ogni volta di creare personaggi che non siano solo «bianchi e neri, poiché le persone reali non sono così semplici».

Tiziana Leone

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